giovedì 8 novembre 2007

Ancora (e sempre) dalla parte delle bambine

Cosa vuol dire: non è femminile? In che senso? Cos’è una donna?
Mia mamma ha letto “Dalla parte delle bambine” e poi mi ha messo al mondo.
Come sono cresciuta? Bene, grazie. Ho giocato con le macchinine, con le costruzioni, con il fango e sì, anche con le bambole. Ho imparato a guidare il trattore, mi piace suonare il piano e voglio lavorare per mantenere i miei bambini. Il mio lavoro non è “femminile”, il mio lavoro sono i conti e i conti non hanno sesso, se tornano vanno bene. Non guardare quanto sono carina con te, quanto sono vestita “da donna”, perché non metto mai la gonna. Guarda il mio lavoro, ho fatto una montagna di lavoro, guarda il mio lavoro. Sono una ragazza che lavorava in un laboratorio pieno di bottoni come la caverna di Batman, sono una ragazza che sa cambiare una presa elettrica. Perché tutto quello che è femmina deve (deve!) essere morbido, accomodante e dolce? io pretendo di poter essere spigolosa, irritante e fastidiosa. E non per questo non essere una donna. Non ho il fidanzato, no. Non ho nessuno che mi aspetta a casa, ma puoi anche vederla così: non ho nessuno a cui, quando sarò a casa, dovrò fare una cena su cui magari avrà da ridire. Una donna (giovane, carina, moderatamente intelligente) può vivere bene anche così, vivere serena, contenta e forse, in confronto ad alcuni sgradevoli ricordi passati, anche più serena. E non per questo non essere una donna.

giovedì 1 novembre 2007