martedì 13 maggio 2008

l'estate, finalmente...

...che è la stagione in cui una rana è mediamente più attiva. E' stata l'estate scorsa che è nata la Frog Factory. Con il disgelo e i primi caldi la rana media si lancia in nuove attività, i neuroni si rimettono in moto e lei ricomincia a fare anche cose che voi umani non potreste neanche immaginare. Tipo: dare le dimissioni. senza certezza alcuna nel futuro, la rana qui presente e scrivente si è buttata oltre l'ostacolo con totale incoscienza. Sì, sorella rana Audrey, anche io cambierò azienda, città e magari anche taglio di capelli. Eroico gesto folle. I più diranno: proprio adesso che il petrolio sale e l'occupazione scende? proprio ora che la tua azienda ha rifatto i bagni delle donne in stile holliwoodiano (pure con il flacone di sapone di marca per ogni lavabo)?
Sì, perché il vero sognatore si contraddistingue per fare sempre le cose meno sensate.
La piccola rivoluzione continua, a grandi passi, mi pare.

martedì 15 aprile 2008

E adesso?

Con cadenza mensile ci troviamo a postare, tra un imprevisto e il successivo, nel tentativo di sopravvivere a questo open space e salvare la nostra nicchia ecologica di rane libere pensatrici.
Sul fronte PRP (Piccola Rivoluzione Possibile), la FrogSocia Audrey è al fine fuggita in Francia, a quanto pare ha anche fissa dimora e lavoro fisso.
Gli altri Frog Associati sono lanciatissimi sul mondo "Art & derivatives": c'è chi ha dipinto un bell'acquerello che ci dicono è stato esposto da qualche parte, il fatto che noi non abbiamo trovato né il posto né la persona che ancora adesso ne è in possesso è del tutto irrilevante ai nostri fini.
C'è anche chi è stato trascinato a vedere mostre fotografiche d'avanguardia piene di nudi, membra umane sparse etc... e non solo non è fuggito via urlando, ma ha espresso anche qualche apprezzamento.
Per quanto riguarda me, sono riuscita a penetrare in uno dei sancta sanctorum dell'open space, L'infermeria.
Complice un calo di pressione, sono stata messa a letto dalla gentile infermiera, con una copertina sulla pancia e una dose di nonsoche (spero non derivato dalla coca) per rimettermi in pista. E' stato emozionante, e dal punto di vista documentaristico un'occasione unica. Seguirà un rapporto dettagliato nella sezione "Cronache dall'Open Space".
baci a tutti

venerdì 14 marzo 2008

Cronache dall'open space

ovvero
"Chi vuol farsi il milionario ?!"

A grande richiesta, a seguito delle ultime esternazioni secondo cui non ci sarebbe, ora come ora, altra soluzione al precariato che sposare un riccone, il vostro Ufficio del Personale ha organizzato una "Riffa al milionario" per tutte le ragazze interinali dell'azienda. Astenersi perditempo, contratti a t. indeterminato e donne sposate. Il candidato è Pietro P., figlio del ben noto industriale di articoli per cavatappi, co- fondatore della premiata ditta "Brambilla e P." che si offre spontaneamente, dopo anni di serio celibato, a questo che sente come un dovere morale verso la società e il prossimo. Dichiara infatti: "Come posso sottrarmi a questo richiamo, io che sono nato con tutte le fortune, se non potessi con il mio gesto salvare una pulzella alla piaga dei contratti a progetto, non sarei cavaliere, perdinci ! "
Il gentiluomo, 54 anni ben portati nella sua giacca spigata, attenderà le sue pretendenti, venerdì 19 luglio in sala mensa.
In bocca al lupo a tutte(segue rinfresco)

venerdì 29 febbraio 2008

Polvere

Polvere,
in ogni interstizio polvere,
da caloriferi, condizionatori, moquette...
diciamo al “gran capo dei bottoni” che fa troppo caldo, lui accende le sacre ventole
e ci dà polvere, allergie.
Noi si mugugna,
il collega sbotta: "su ragazzi, non siamo mica tisici"
intorno sembra una sanatorio di tossi e sputi e occhi rossi,
ma lui è un uomo tutto d'un pezzo (un armadio quattro stagioni, per capirci).
Il venerdì scivola via lento ed estenuante,
gli operai è dalle sette che trapanano, trivellano e smussano,
e noi tutti ci sentiamo un po' come la moquette,
verdi- bile e intasati di acari.

giovedì 28 febbraio 2008

Au revoir, Audrey

Et bien, à la fin ma chère associé s’en va…
Et oui, mes chers amis, voi che seguite le Frog Amies nelle loro avventure, dovete sapere che da ora in poi le nostre comunicazioni arriveranno metà da Milano e metà dalla bella Provenza. Riconoscerete facilmente, dal tono sconfortato piuttosto che solare, l’esatta provenienza delle une e delle altre, senza che noi lo si vada a specificare.
Volevo usare la nostra creatura- blog per celebrare l’avvenimento, perché rimanga ai posteri (posteri?) la memoria di questo distacco, solo fisico peraltro, della distanza che si metterà tra me e il mugugno che mi accoglieva tutte le mattine arrivando al lavoro. La Socia al mattino mugugna peggio di un genovese, è irritabile e a tratti anche violenta, poi, essendo del segno volubile dei Gemelli, prende il sopravvento la sua metà buona. Certo, finché la sua vicina di scrivania non la fa incazzare.

A prescindere dall’umore, bisogna dire che Audrey è una sognatrice DOC, motivo per cui continueremo comunque a coltivare i nostri progetti per cambiare il mondo anche a distanza, nessuna frontiera potrà arginare il nostro continuo flusso creativo. Ne sono praticamente certa, la motivazione? Audrey è anche un’amica, quelle di origine protetta, una di quelle persone che ti prendono come sei, un po’ meno della tua mamma, ma sicuramente di più del tuo ex fidanzato. Ed è grazie a questa sua qualità che mi ha pescato per la collottola circa un anno fa, mentre annegavo nella disperazione e nel moccio, e mi ha rimesso in piedi. Senza accorgersene e senza impegnarsi troppo nel farlo, come è proprio di persone che ogni tanto ti capita di incontrare: basta la loro presenza gioiosa a dare un senso alle tue giornate.

Per cui non mi spaventa la distanza, la rana, a volte, è migratrice, ma sempre rana resta.
Mi vedo già con i miei prodi compari su un furgone, carico di mozzarelle e pasta fresca (di cui certo la mia Socia sentirà la mancanza), lanciato verso il sole della Provenza....

A' bien tot !

martedì 29 gennaio 2008

Una piccola rivoluzione possibile

Da molto tempo ormai, la rana è in cammino. La ranetta partita in sordina quasi un anno fa, senza troppe pretese, con il suo passo di rana. Non chiedetele di correre: ha le zampette corte e fuori dal suo habitat naturale, diciamolo pure, non è un mostro di agilità, ma dentro il cervellino di rana ha covato con passione il suo sogno di ribellione.
A cosa? chiederete forse. A questo piattume imperante, a chi ci vuole mettere in testa che siamo modesti impiegati, studenti o neolaureati e da questa sudditanza non ci schioderemo mai, che coltivare cultura e sogni non cambierà le cose, a chi fa il gioco delle tre carte con le clausole contrattuali, non da risposte e intanto prende tempo.
Non ha, questa rana, la pretesa di passare alla storia, ma quella di prendere coscienza, di scegliere e di volere. La rana non si da per vinta, sogna e semina copiosamente mettendo più carne al fuoco di una rosticceria. Qualcosa, in effetti, si carbonizza e poi non se può più fare nulla, ma qualcosa va bene e allora raccoglie i frutti.
Complimenti allora alla piccola, possibile rivoluzione delle rane, che non solo è sopravvissuta a se stessa, alla vertigine dell’incerto e alla tentazione dell’utopia, ma ha dimostrato che i sogni possono cambiare il nostro “habitat quotidiano”.
E adesso si può incontrare la rana che ha passato i suoi primi esami all’università, quella che si è appena iscritta e quella che si è iscritta per la seconda volta, quella che sta per saltare oltre frontiera, quella che ha cambiato lavoro… e così via, un circolo virtuoso di piccole evoluzioni quotidiane, un brulicare di minute iniziative. Silenziose, discrete, ma come dice Harry Martinson “Le cose grandi avvengono in silenzio”.
Complimenti a tutte le mie rane.

lunedì 7 gennaio 2008

à Monsieur le Théâtre

Monsieur le théâtre, je vous aime!
J’aime votre odeur de vielle fumée,
Vos bruits sourds et matelassés,
La lumière qui jaillit de votre ventre
Et éblouit nos visages d’enfants,
Votre voix profonde et tendre
Qui me touche et se pend
A mes lèvres comme un baiser ardent.
Monsieur le théâtre je vous aime !
Aimez moi vous aussi
Afin que nous puissions ensemble
Aimer, haïr, ignorer,
Vivre, mourir puis ressusciter
Au grès de vos histoires et de vos souvenirs
Qui vont et viennent dans nos corps
Comme de simples soupirs...
Monsieur le théâtre…, je vous aime !